In Italia continua a tenere banco il tema del controlli nei casinò terrestri per quel che riguarda l'aspetto fiscale. La questione, ormai annosa, non ha soluzione nonostante gli stessi operatori di settore chiedano dei chiarimenti a riguardo. La problematica maggiore è quella relativa alle mance che gli avventori rilasciano. Si tratta di una voce che dovrebbe rientrare nei proventi netti o lordi? Ricordiamo che nella tradizione dei casinò, con mance si intendono le fiches che i giocatori che hanno vinto lasciano sul tavolo verde in pegno alla fortuna dopo una vincita.
L'aspetto normativo
La sentenza n.1776 del 18 maggio 1976 della Sezione Lavoro della Suprema Corte di Cassazione, a proposito della mancia al croupier afferma che: «Il sistema mancia è retto da un uso normativo tanto consolidato quanto idoneo ad assumere un ruolo di fonte secondaria del regime giuridico proprio del particolare rapporto che obbliga il giocatore vincente ad elargire una parte della vincita al croupier e questi a ripartirla con gli altri addetti ed il gestore».
Parliamo dunque di una parte degli introiti del croupier, ma la cosa non è così semplice. Infatti, per quanto sia paradossale, il gestore ottiene egli stesso una parte della mancia, grazie ad un patto con il quale i lavoratori consentono al datore di lavoro di sottrarre parte di quanto elargito da terzi. Tra l'altro questa parte è contrattabile e, quindi variabile da casinò a casinò.
Ne consegue che c'è un bug nel sistema difficile da risolvere anche dal punto di vista fiscale, dato che, ad oggi, le mance dei casinò non sono tassabili. Infatti, attualmente a regolare le mance esiste solo la Legge bilancio 2023, n. 197/22 dove si legge in merito all'aspetto fiscale: «imposta sostitutiva al 5% che viene applicata sulle mance percepite dal personale impiegato nel settore ricettivo e di somministrazione di alimenti e bevande». Tuttavia, la mancia del croupier non è connessa al servizio, ma trae trae origine dalla vincita e alla stessa è commisurata, dunque la legge risulta inapplicata.
Perchè controllare le mance è così importante?
Per capirlo è necessario anzitutto comprendere come è determinato l'utile io la perdita di un tavolo.
Prendiamo come esempio la roulette. In quel caso il tavolo apre con una dotazione fissa in gettoni e, alla chiusura, viene rilevata l’esistenza finale in gettoni. La differenza algebrica tra le due cifre determina la vincita o la perdita in gettoni del tavolo. Bisogna poi ricordare che di solito è possibile cambiare direttamente al tavolo da gioco contanti per gettoni. Ebbene, la somma dei contanti accumulati in una apposita cassetta costituisce un elemento attivo del bilancio del tavolo, mentre, allo stesso modo, le eventuali aggiunte del tavolo verde che aumentano la dotazione iniziale costituiscono un passivo.
In quest'ottica le mance costituiscono una sorta di stortura poiché «inficiano» il controllo reale sulle vincite/perdite di un tavolo.
Per questo da più parti da tempo si chiede un controllo sulla regolarità del gioco tenendo conto delle mance e, per quanto potrebbe interessare la gestione, i contanti cambiati al tavolo. Conoscere il rapporto tra mance e introiti tavolo per tavolo ha una sua specifica valenza.
La sentenza contro Campione d'Italia
Riguardo alle mance è bene ricordare un caso che ha riguardato il casinò Campione d'Italia.
Nel novembre 2023 i lavoratori del suddetto casinò hanno finalmente trovato un accordo relativo alla distribuzione delle mance, del valore di un milione circa, che andava avanti dalla riapertura della casa da gioco, avvenuta nel gennaio del 2022. L'accordo di fronte all'Ispettorato provinciale del lavoro di Como ha portato alla ripartizione delle mance ispirata a criteri di carattere solidaristico e a una premialità che considera il fattore del disagio che alcuni lavoratori si trovano a vivere, sia per questioni legate alla mansione, sia per carenze negli istituti contrattuali. Una maggior ripartizione è stata prevista per il lavoro notturno e per le figure professionali che sono esposte al rischio perché maneggiano il denaro contante.
Va ricordato che molti dei lavoratori erano anche creditori del casinò, in quanto quest'ultimo fu dichiarato fallito dal Tribunale di Como il 27 luglio del 2018.
La questione si è trascinata per così tanto tempo perchè il contratto collettivo aziendale di lavoro prevedeva che «tutte le mance corrisposte dalla clientela saranno versate dai soggetti percettori alla casa da gioco» e solo dopo «tutto il personale avrà diritto di partecipare al monte mance nella misura massima del 50% quale compenso proveniente direttamente dai clienti del Casinò». Ciò significa che nessuno poteva trattenere direttamente le mance.
Anche in questo caso, dunque, la mancanza di una regola chiara a riguardo ha finito per creare una problematica. La questione delle mance merita dunque un approfondimento da parte del Governo.