Era il 2004 quando fu istituita la prima rete di interconnessione degli apparecchi da intrattenimento. Quell'anno si dette dunque il via alla nascita del gioco pubblico. Va ricordato che all'epoca già esistevano i concorsi a premi in stile totip, totocalcalcio e lotto, ma anche le stesse scommesse. Tuttavia, è a partire dal 2004 che lo Stato ha compreso le potenzialità dell'azzardo, creando di conseguenza una vera e propria industria del gioco.
A rendere necessaria la regolamentazione fu una relazione della Commissione di inchiesta sul gioco d’azzardo costituitasi in Parlamento nel 2003, dalle quale era emersa una situazione di illegalità diffusa sull’intero territorio nazionale.
Vent'anni fa il «male» fu inquadrato nelle cosiddette macchinette di videopoker. L'inchiesta stimò in 480.000 unità la loro presenza sul territorio. Per estirpare questa piaga si decise di dare vita ad una infrastruttura pubblica alla quale poter collegare dei nuovi congegni di intrattenimento, creati per l’occasione, omologati e certificati dallo Stato. Con tale riforma, dunque, il Governo diventava controllore del gioco d'azzardo, ma al tempo stesso promotore dello stesso e fruitore diretto dei suoi benefici.
Il sistema delle concessioni pensato all'epoca era necessario per assolvere a queste funzioni. La riforma ebbe un grande effetto deterrente nei confronti del gioco in nero che all'epoca infestava il nostro Paese, ma portò anche enormi introiti nelle casse dell'Erario.
Ad oggi quella struttura legale è ancora l'unica creata dal Governo.
I dati dell'azzardo in Italia
Secondo gli ultimi dati sull'azzardo in Italia, riferiti al 2022, il Il volume di denaro giocato è aumentato del 22%, attestandosi sul valore di 136 miliardi di euro e frantumando il record stabilito nel 2021, quando la raccolta superò i 111 miliardi di euro.
La raccolta pro-capite è stata invece di circa 2.730 euro. Aumentano anche la spesa (20,35 miliardi: + 31,5%) e gli incassi erariali (11,21 miliardi: + 33%).
Analizzando le singole regioni si scopre come la Lombardia sia la regione che fa registrare il più alto numero sia nella spesa (3.177,15) che nella raccolta (12.138,37). Al secondo posto si questa graduatoria si colloca la Campania con 1.814,68 di spesa e 7.014,49 di raccolta. Il podio è invece chiuso dal Lazio. In questo caso la spesa è stata di 1.612,55, mentre la raccolta di 6.240,59.
Il 2022 ha anche visto una crescita dei cosiddetti apparecchi da intrattenimento che hanno fatto segnare un aumento delle giocate del 85% sul 2021. Tuttavia, il settore non è ancora tornato al periodo pre-Covid. Nel 2022, infatti, sono stati raccolti 34 miliardi di euro contro i 46 miliardi del 2019. I dati segnano comunque una ripresa.
Un casinò per regione: la proposta di Fausto Orsomarso (FI)
In questo contesto si inserisce la proposta del senatore di Fratelli d'Italia Fausto Orsomarso, secondo cui sarebbe opportuna una legge che permetta di creare un casinò in ogni regione italiana. Secondo la sua visione, in questo modo si riuscirebbe a «concentrare in luoghi sempre più controllati l’attività del gioco».
Curioso il fatto che tale proposta arrivi proprio dal relatore in commissione Finanze in Senato dello Schema di Decreto del Riordino del gioco online.
Tale tema non è nuovo e se ne parla da tempo, ma senza successo. Durante l'attuale Governo sono state avanzate due proposte di legge su nuovi casinò. La prima è stata presentata alla Camera a firma del deputato del gruppo Misto Francesco Gallo per aprir un casinò a Taormina (in provincia di Messina). La seconda, firmata da Adriano Paroli (Forza Italia) chiede di aprire due casinò, stagionali, a San Pellegrino Terme (Bergamo) e a Gardone Riviera (Brescia).
Entrambe le proposte hanno lo scopo di valorizzare maggiormente il territorio, attirando soprattutto i turisti che ogni anno arrivano in Italia. Unire il flusso turistico e il gioco d'azzardo porterebbe da una parte un maggior controllo da parte dello Stato e, dall'altra, avrebbe un effetto economico molto positivo anche sulle altre attività dei luoghi dove si intendono installare i nuovi casinò.
Tutto sta nel capire le intenzioni del Governo a riguardo. Ad oggi la sua attenzione si è concentrata principalmente sul gioco online, trascurando quello terrestre. Gli addetti al settore si attendono che presto arrivi anche la loro ora.