La riforma del gioco fisico è una questione non più rimandabile. Recentemente è stato presentato un nuovo documento con la proposta delle Regioni messo a punto dagli Uffici di Bilancio. Se il riordino del gioco terrestre prosegue a rilento, a tutt'altra velocità va il gioco online.
I requisiti per accedere alla gara online
Dopo il riordino voluto dal Governo Meloni i prossimi passi sono stati già programmati. Il 18 ottobre terminerà il periodo di stand still relativo al decreto italiano che notifica alla Commissione europea le regole tecniche che definiscono le prestazioni, le funzioni e i requisiti tecnici che il concessionario deve garantire per l’esercizio e la raccolta a distanza dei giochi pubblici. Ricordiamo che:
- i requisiti tecnici minimi concernono la struttura informatica del concessionario e le caratteristiche che deve avere il relativo sistema telematico.
- Altro punto che è stato messo in chiaro è che il concessionario deve possedere le risorse necessarie a portare avanti il suo progetto all’interno del territorio dello spazio economico europeo.
- Infine, nel documento sono previste specifiche disposizioni e misure per garantire l’esercizio dell’azione di vigilanza e di controllo da parte dell’Agenzia. In particolare si sottolinea la necessità di appositi mezzi per prevenire il gioco patologico.
Per quel che concerne l'accesso alle gare pubbliche, i concessionari, - tra cui diversi brand che gestiscono i casinò online italiani -, avranno i requisiti per partecipare al bando che attribuisce la concessione per la durata massima di nove anni, con esclusione del rinnovo. Secondo le stime fatte dal Governo, degli 89 società che attualmente detengono una licenza, si dovrebbe passare a circa 50.
Presentato il documento sul riordino del gioco fisico
Se per il gioco online la strada sembra in discesa, il documento sul riordino del gioco fisico è stato presentato durante una riunione del Coordinamento tecnico Affari Finanziari delle Regioni, congiuntamente con il Coordinamento Salute. Il suddetto documento contiene la posizione e le proposte delle Regioni sul riordino del gioco fisico.
Secondo quanto riferito da rappresentanti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le Regioni avrebbero chiesto una riduzione del numero degli apparecchi da gioco presenti su territorio. A questo riguardo, Il Mef avrebbe dato l'indicazione a non scendere oltre rispetto al numero di almeno 200.000 AWP e 50.000 Vlt.
Altro aspetto su cui è stato proposto un compromesso è il cosiddetto distanziometro. A questo riguardo il Mef avrebbe proposto una distanza minima di 100 metri dal luogo sensibile (limitatamente a scuole frequentate da minori e centri per il trattamento delle dipendenze) per i punti di gioco non ‘certificati’, ovvero non dotati di specifici requisiti di qualità. Una seconda proposta è stata avanzata dall'ADM e prevede di adottare la soluzione già messa in atto dai tabaccai, ovvero di una distanza minima tra i punti di gioco. Tra l'altro questa è la soluzione adottata già da diversi paesi europei.
La distanza tra le parti ha portato ad un nulla di fatto e ad un nuovo aggiornamento. La discussione su questi temi è ancora lunga dal trovare una soluzione, ma è un passo fondamentale per la risoluzione di una questione ormai annosa.
Troppe differenze di vedute tra Regioni e MEF
Al momento la riforma del gioco terrestre si scontra con la differenza di vedute tra Regioni e Mef.
Le prime cercano da tempo di limitare un settore visto come cancerogeno per i cittadini. Dall'altra parte il Mef è consapevole che il gioco rifornisce in modo sostanziale le casse dell'Erario. Il governo si pone tra questi due antagonisti, cercando di far convergere le esigenze delle parti.
Lo stesso direttore generale dell'Adm, Roberto Alesse ha recentemente affermato che una riforma del gioco terrestre non è più procrastinabile, aggiungendo che è fondamentale riuscire a far convivere la salute pubblica e l'interesse imprenditoriale.
Si attende la prossima puntata per capire se l'appello verrà raccolto o meno.