Non è più un segreto: le scommesse illegali di alcuni calciatori ormai sono un fatto noto e nelle ultime settimane non si è parlato di altro. I diretti interessati hanno già provveduto a regolarizzare la propria posizione e pagheranno un conto salato o, per meglio dire, agrodolce: sette mesi di squalifica a Nicolò Fagioli, dieci a Sandro Tonali. Non che una parentesi nella lunga carriera di due talentuosi giovani, certo comunque una brutta macchia destinata ad accompagnarli ancora nei prossimi anni.
In Italia se ne è parlato abbastanza, soprattutto a livello di giustizia sportiva. Ma si è parlato meno della possibile illiceità ai sensi della normativa che regola i giochi oggi. Ne ha giustamente parlato l'avvocato Giulio Coraggio, partner e location head del dipartimento di Intellectual Property & Technology dello studio legale DLA Piper in Italia, ai microfoni del sito Diritto Digitale.
La materia è di quelle complicate perché è ormai certo che i calciatori coinvolti abbiano giocato su siti privi di concessione, e dunque illegali, un fatto punibile ai sensi della legge 401/1989 con una pena fino a tre mesi di carcere. Una sanzione è arrivata, ma nettamente ridimensionata a fronte di un illecito che potrebbe integrare un reato ancora più grave, a seconda di quel che emergerà dalle indagini.
A ciò Coraggio ha evidenziato come i nomi a dominio dei siti di giochi online senza concessione siano generalmente inibiti dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Per utilizzarli si deve nascondere il proprio indirizzo IP tramite una VPN. Che sia questo il caso è presto per dirlo.
Quel che appare chiaro è che i siti utilizzati dai calciatori coinvolti pare siano fuori dai radar ADM, che gestiscono invece questi siti con regolare licenza. Una situazione particolare resa ancor di più spinosa dai debiti milionari maturati su questi siti da gioco. Ed anche in questo caso c'è una falla: il conto di gioco può essere alimentato solo con sistemi di pagamento come carte di credito o voucher. È vietato il gioco a debito. È una situazione particolare e difficile da decifrare. Ma è noto almeno un assunto di fondo: le attività illegali dei calciatori andavano ben oltre le scommesse su siti sprovvisti di licenza.
Ciò è stato un duro colpo anche per il mercato legale, perché negli ultimi anni pareva ormai certo che il numero di portali illegali fosse in forte limitazione mentre ora si evidenzia un aumento di valore pari a quasi 25 miliardi di euro. Questo segna a tutti gli effetti una rinascita dell'illegale, che per Coraggio ha delle motivazioni precise anche a livello di normativa, comunicazione e distinzione tra portali.
Il legale infine ha lanciato un allarme: con le difficoltà per gli operatori regolamentati di ottenere nuove concessioni a distanza lo scenario potrebbe peggiorare e indurre i giocatori a sconfinare il solco e tuffarsi nell'illegalità.